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martedì 12 novembre 2013

E' PROIBITO


E' proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare.
 Avere paura dei tuoi ricordi.



E' proibito non sorridere dei problemi, non lottare per quello che desideri,e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.

E' proibito non dimostrare il tuo amore
fare pagare agli altri i tuoi malumori.

E' proibito abbandonare i tuoi amici, non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto,
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.

E' proibito non essere te stesso davanti alla gente, fingere davanti alle persone che non ti interessano, essere gentile solo per farti ricordare, 
dimenticare tutti coloro che ti amano.

E' proibito non fare le cose per te stesso, avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.

E' proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire, dimenticare i suoi occhi e il suo sorriso, solo perché le vostre strade hanno smesso di incontrarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.

E' proibito non cercare di comprendere le persone, pensare che le loro vite valgono meno della tua, non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.

E' proibito non creare la tua storia, non trovare neanche un momento per chi ha bisogno di te, non accettare che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.

E' proibito non cercare la tua felicità, non vivere la tua vita positivamente, non pensare che possiamo solo migliorare. Non sentire che, senza di te, 
questo mondo non sarebbe lo stesso.

Pablo Neruda


Ogni tanto abbiamo bisogno di qualcuno che ce lo ricordi... :)



domenica 27 ottobre 2013

Disinnescare le ansie.

Temevi di non averne più, di tempo. Il tuo corpo ha avuto un blackout. E invece nel tempo che è passato, ci sono stati così grandi avvenimenti, che ti hanno cambiata. Che hanno cambiato la tua vita. Sei un’anima assiderata. E trascorri la notte a cercare meteore del cielo attraverso una finestra. Misuri i battiti cardiaci. E sono fottutamente alti. Forse tengono a debita distanza nuovi rapporti. 

 Disinneschi ogni giorno le ansie. 

Hai fede. E ringrazi. Apri lo scrigno dei sentimenti, prendono forma su un foglio. E in forma di poesia, tu ti liberi di loro. Valuti le cose speciali della tua vita. Le persone che ti amano sono quelle che ti sono state accanto in questo tempo ambiguo e catastrofico. E quelle che lo sono state, anche da lontano. E sono quelle cui ogni giorno va il tuo amore e il tuo rispetto. Ti emozioni per i colori autunnali che finalmente percepisci, anche se solo dietro ad un vetro. Hai paura delle bombole d’ossigeno. Pensi sia sempre bello usare il verbo al plurale. Ma non uno schifo di plurale. Ridi ancora come prima, anzi lo farai ancora più di prima.Ti chiedi se hai ancora vene che pulsano. Hai sempre dei sogni ricorrenti. Se hai gli occhi lucidi dici che è per la congiuntivite.E batti i pugni tra le lenzuola. Ti porterai sempre i valori con i quali sei cresciuta dentro. Ed è in base a quelli che da oggi sceglierai. Ed infine, su tutto quello che è successo, di giorno, tu ci ridi anche su. Di notte, i tuoi incubi li conosci solo tu.  


L’oltremare dei tuoi pensieri non li condividi, perché si è alzato il livello della paura. 






giovedì 19 settembre 2013

Il piacere estetico del passato.

A volte mi soffermo a guardare le vecchie foto di famiglia. Quelle con il film un po’ sgranato, dal sapore anticato, ingiallite ancor prima che trascorresse il tempo.

Io ad esempio adoro le fotografie in bianco e nero.  Nel salotto dei miei nonni ve ne è una che li ritrae vicini: mia nonna ha dei boccoli raccolti e mio nonno una coppola che gli conferisce un certo sex-appeal.

Adoro quella foto, come la maggior parte delle foto in bianco e nero, perché non puoi distinguere altri colori. Non si vedono gli occhi verdi di mio nonno, o le paffute guance rosate di mia nonna.

Ad alcuni potrebbe sembrare incompleta una fotografia di questo genere, e per un certo verso limitante.
Ma è proprio quando le cose non si rivelano nella loro interezza e completezza, che compare la magia, e con essa l’immaginazione.
Sento molto spesso una forte nostalgia per quei tempi, tempi che non ho mai vissuto naturalmente, ma che rivivo attraverso quei ritratti, attraverso i racconti dei miei nonni:

le lettere che si inviavano quando erano giovani e innamorati, quando la distanza li separava. E loro si 
scrivevano queste lettere d’amore che in un arco di tempo che oggi parrebbe eterno percorrevano tutta l’Italia, arrivando al confine con la Svizzera, e poi finalmente nelle mani dell’amato.

Quanto tempo impiegavano quelle parole d’amore per essere lette, accolte, respirate e memorizzate nel cuore?

Avevi il tempo per amare, senza fretta, senza incombenze, senza problemi.
Il tempo per disvelare i sentimenti.
Un tempo che non era mai troppo lungo per andarsene, per pensare ad altro, per dimenticare. Quell’attesa  invece stimolava l’immaginazione, e l’incanto.

Ecco,io provo nostalgia per quell’attesa.
Il web avrà portato sicuramente innumerevoli vantaggi, ma a volte siamo talmente travolti da questa immediatezza come da uno tsunami impetuoso da non prenderci il tempo di aspettare e poi attendere la nostra metà. Ogni velo viene ormai calato con tanta fretta, da non portarci a vedere  se sia rimasto altro ancora.  Ad immaginare altro ancora.
Il piacere estetico che provo nel vedere quelle foto, nel nutrirmi di quei racconti mi portano a capire il piacere dell’attesa, delle speranze, dei sogni fatti ad occhi aperti.


Mia nonna scrisse a mio nonno che aveva tagliato i suoi lunghi capelli. Lui le chiese di mandargli una foto, che gli sarebbe arrivata un mese dopo. Come poi la vide, le scrisse che era bellissima, proprio come l’aveva immaginata.

venerdì 17 maggio 2013

Lettera d'amore,Sylvia Plath.

                      Il contenuto di questo post nasce da un evento un pò stupido e frivolo :D
Avevo appena visto qualche giorno fa che la rivista americana People aveva proclamato Gwyneth Paltrow come donna più bella del mondo. Articolo che ha creato molti dissensi nella popolazione femminile e che invece mi ha trovata d'accordo. Al momento ho infatti ritenuto la Paltrow una donna molto fine ed elegante, poichè l'ho subito associata ai film "Emma" (adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Jane Austen), "Shakespeare in love" (ispirato alla vita del drammaturgo e poeta) e "Sylvia". Quest'ultimo film è ispirato alla storia d'amore realmente avvenuta tra la poetessa americana Sylvia Plath e suo marito Ted Hughes.


G.Paltrow in una scena del film "Sylvia"



Avevo messo un pò nel dimenticatoio la scrittrice, e difatti il film lo vidi un paio di anni fa, sicchè, sono andata a rileggermi alcune delle sue poesie, intimamente confessionali, che avevo scritto e messo da parte.
Ce ne è una in particolar modo che adoro, e che, non so perchè ho riletto più di una volta, anche se la ricordavo perfettamente:"Lettera d'amore".

Sylvia Plath.


Sylvia scrive di un amore che ti spinge a rivolgere l'occhio di nuovo verso il cielo.

Questo è un amore salvifico, uno di quelli che non sempre si incontra nella propria vita.

Ne ho viste alcune persone che sono state salvate da un amore di questo tipo, 
e ne ho un esempio ogni giorno: i miei genitori rappresentano una forza l'un per l'altro,soprattutto nei momenti più bui della loro vita. Questo mi ha sempre ispirato fede e fiducia nelle persone,
o meglio in quella persona che ti spinge ad amarla, e che ti ama.

Tuttavia,soprattutto negli ultimi anni, sono sempre stata un pò restia nell'affidare la mia salvezza a qualcun altro, ed ho cercato  in me stessa la forza per cambiare quello che non andava e superare i momenti più tristi. Sinceramente? Diffido un pò delle persone che riescono a cambiare così sensibilimente i propri umori e la propria vita in base a qualcuno.

Con questo non voglio dire che non credo in ciò che la poetessa scrive, l'amore è sempre un dono salvifico...ma,ad esempio,a Sylvia non è bastato...




Lettera d'amore

Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov'ero per abitudine.
Tu non ti limitasti a spingermi un po' col piede, no-
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere l'azzurro, o le stelle.
Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri
nel bianco iato dell'inverno-
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.
E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l'aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt'intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.
Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d'uccello e gli steli delle piante
Non m'ingannai. Ti riconobbi all'istante.
Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d'anima
pura come una lastra di ghiaccio. E' un dono.



Sylvia Plath nasce a Boston nel 1932. E' conosciuta principalmente per le sue poesie, ha anche scritto il romanzo semi-autobiografico "La campana di vetro". Soffrì durante tutta la sua vita per una grave forma di depressione ricorrente. Nel 1950,il penultimo anno di collage, fece il primo tentativo di suicidio. Conobbe poi a Cambridge il poeta inglese Ted Hughes, con il quale nel '56 si sposò, e da cui ebbe due figli. Ma poco dopo la nascita del loro secondo figlio i due si separarono a causa di una relazione extraconiugale del marito. Nel 1963 Sylvia Plath si tolse la vita. 



mercoledì 15 maggio 2013

Essere poeta...

                 "Essere poeta non è una professione,è una vocazione"




Qualche giorno fa unita la mia scrivania con quella della mia conquilinamica,Maria,intente a inciuciare  studiare,lei lesse questa frase(guarda su) dal libro di letteratura portoghese(non so da dove sia estratta),il che oltre ad aver sollecitato in me delle riflessioni ha anche fatto piacere,dato il nome del blog :)

Essere poeta non è una professione.
Qualcuno potrebbe insegnarti le regole metriche,
le figure retoriche in grado di ornare,
e tuttavia a volte oscurare,il testo.
Con la conoscenza della sintassi puoi incastrare tra di loro
le parole,carpire la perfetta sinfonia dei suoni scritti.
Ma se non hai quella vocazione, quella sensibilità interiore,quella capacità di VEDERE OLTRE,
non potrai mai scrivere,nè capire di poesia.

Solo la poesia ispira poesia.



martedì 14 maggio 2013

Memorie di una geisha


                                    La geisha è un'artista del mondo che fluttua.



Recentemente ho visto "Memorie di una geisha" ,film del 2005 diretto da Rob Marshall, tratto dal romanzo di Arthur Golden, e prodotto dalla Amblin Entertainmente di Seteven Spielberg. (Lo specifico per sottolineare che non si tratta di un film giapponese, sicchè il mondo orientale è filtrato attraverso lo sguardo di quello occidentale)

Sono rimasta letteralmente incantata dall'aura romantica e misteriosa che aleggia intorno alla figura delle geishe. Davanti allo schermo lo sguardo rimaneva ammaliato alla vista del volto candido, dei boccioli rossi che fiorivano sulla bocca delle geishe,dalla raffinatezza ed eleganza dei gesti,fluttuanti e delicati.



La voce fuori campo della protagonista, Sayuri,con tono pacato,quasi antico, e ormai stanco immette subito in un fitto mondo di tradizioni, di immagini,di colori lontani dai nostri. E' lei infatti a raccontare la propria vicenda.
Splendida l'attrice, sebbene sia cinese e non giapponese,ma dai tratti delicati;i suoi occhi sono acqua profonda,le  labbra strette e gentili, i capelli neri e lucenti. Non si può che rimanere incantati difronte a tale bellezza. Appartenente al mondo delle geishe, mondo la cui sopravvivenza è garantita dalla propria segretezza, Sayuri va incontro al proprio destino.
Ma in questo caso a nulla vale la massima  "homo faber fortunae suae", non è per una geisha desiderare, non è per una geisha provare sentimenti. Dietro al velo delle danze, delle arti, dei rituali,per queste donne c'è solo un cuore che urla silenziosamente "Io voglio una vita che sia mia!!".



Nel mondo occidentale l'immagine della geisha viene spesso associata ad una prostituta, ad una donna che vende i favori del proprio corpo. Ma la geisha è un'artista del mondo che fluttua, vende la propria abilità ed eleganza; le geishe sono opere d'arte in movimento, capaci di creare un mondo costituito solo di bellezza.

Eppure possono i desideri taciuti, i sogni mai realizzati e i sentimenti coltivati segretamente con tanto ardore svanire e rimanere per sempre irrealizzati?

Sayuri era come l'acqua. L'acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco.


...ma l'oro si aspetta...



               "Perchè l'argento sai si beve...ma l'oro si aspetta..."





Non ho ben presente cosa il caro Niccolò intendesse con questa canzone,
sinceramente le interpretazioni di ogni testo,musicato e non,
per quanto mi riguarda è assolutamente soggettivo, surreale,
personale.

Da un pò di tempo a questa parte ho questa frase che ritorna spesso nella mia mente,
e che canticchio anche ormai senza attinenza, quasi come un monito giornaliero che ripasso
ad alta voce, cercando miseramente(ahimè..sono una delle peggiori stonate che voi possiate mai incontrare) di imitarne il meraviglioso ritmo e la soave voce (si,vabbè sono anche miseramente ambiziosa)

Monito che mi rammenta come nel caos reboante delle nostre giornate,
tra delusioni che scandiscono le tappe della nostra vita,
non sempre bisogna aver fretta a rincorrere figure reali ed oniriche.
Cavalcando l'onda dei sogni,quelli veri però,
non ci sarà dato solo argento...
ma con pazienza e dedizione...
aspetteremo l'oro,che prima o poi arriverà.


                                                                                                                    Alessia