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venerdì 13 giugno 2014

IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA (OVVERO SUL MIO ESSERE E SULLA MIA SCELTA VEGANA)


Oggi mi sono imbattuta in questa foto. E mi si è stretto per un attimo il cuore. E’ quello che mi capita sempre quando mi emoziono, e quando mi riempio di amore.


Credo che i tratti che più definiscano ciò che sono, e di conseguenza, ciò che provo siano la tenerezza, e quella che chiamo “empatica sensibilità”, che è in pratica un gioire e soffrire insieme agli altri. E questo altro è quasi sempre la natura che mi circonda, e gli animali che la popolano, e quei pochi esseri speciali che riempiono la mia vita. Mi sono spesso interrogata su cosa abbia definito in questo modo il mio animo, cosa abbia inclinato il mio cuore ad abbracciare alberi e sfiorare fiori e guardare le stelle e seguire il tragitto di una formica. Non so quanto abbia influito l’essere cresciuta tra il verde delle colline svizzere, l’essermi arrampicata sull’albero di prugne dietro casa e riempirmene la maglia fatta a cesto, e l’aver riprodotto sotto forma di parole disegni scarabocchi e poesie l’amore verso tutto ciò. Sicuramente essere stata cresciuta con così tanto affetto da parte della mia famiglia ha fatto sì che questo implodesse ed esplodesse in una corsa folle in un prato, in un soffio di speranza, in un abbraccio di comunione.






Cosa c’entra tutto questo con la tenerissima immagine all’inizio? Forse un bel niente, o forse tutto. E’ quel che sono, quel che penso e che precede le mie azioni e le mie scelte. E’ qualche mese che sono diventata vegana.
E’ qualche mese che mi sento forte di questa scelta. Seppur la mia sia stata una scelta dettata principalmente da motivi di salute e buona alimentazione (su cui non mi soffermerò poichè non rientriamo nelle mie competenze) , è una scelta che è diventata una consapevolezza, uno sradicamento delle mie precedenti convinzioni e convenzioni sociali, ma un’affermazione assoluta del mio cuore e della mia mente.
Era già qualche anno che avevo visto documentari di immagini forti dei mattatoi, degli animali stipati in gabbie e trasportati in condizioni disumane. Ed ora, e sempre troppo tardi mi dico, ho avuto il senso critico, la consapevolezza, la conoscenza e il coraggio per cambiare la mia educazione alimentare, e in generale la mia educazione nei confronti del mondo. 
Non impongo questa mia scelta a nessuno, non invito a condividerla o a seguirla. Invito semplicemente a informarsi (per quanto concerne anche la salute) e a SENTIRE, questo termine che mi è molto caro, il vostro cuore e quello degli altri. 
Questo post, oltre ad essere, come tante volte i miei scritti, uno sfogo e un’analisi di me stessa e di ciò che mi accade, è anche una risposta a quanti negli ultimi mesi mi chiedono increduli e sconcertati del motivo di questa scelta.
Negli ultimi tempi ho conosciuto la sofferenza e il dolore in varie forme. Nel mio piccolo, la mia rivoluzione è andare in “direzione ostinata e contraria” , ed avere quanto più posso, il minore impatto nella sofferenza altrui. 



Aia
Ps: Ringrazio chi mi sostiene in questa scelta,anche dal punto di vista pratico: la mia mamma che ormai è diventata una nerd dei siti di ricette vegane, la mia amica che per il compleanno mi ha portato un dolce vegano, poco commestibile, ma tanto amorevole, chi mi ha in qualche modo indirizzato, e tutti quanti gli altri che ormai danno sempre uno sguardo al menù per me. :)


1 commento:

  1. è sempre bello quando le persone che ti stanno accanto si interessano e si preoccupano. E' un'evidente prova d'amore!

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